All’interno delle vecchie mura di cinta del paese sorge un palazzo ducale appartenente alla famiglia Del Balzo.
Oltre alle modanature in piperno e del toro, vi sono affreschi riproducenti figure umane e cornici di motivi ornamentali a limitare, in alto, le pareti del piano nobile.
Degno di interesse il monolito marmoreo sul quel sono raffigurate a rilievo le insegne della famiglia del Balzo e il leone rampante sormontato da uno scudo, emblema civico di Presenzano. Esso domina la chiave di volta dell’arco a tutto sesto del portone principale dello stabile, il quale, come è evidente, fu espanso in direzione ovest in un’epoca successiva al secolo XVI.
Su di un porticino secondario rivolto a monte è un’altro stemma marmoreo “accartocciato”, sul quale sono incise le medesime insegne di famiglia, comete e cornicetti da caccia.
All’interno del palazzo, nell’atrio, murato sull’architrave prospiciente l’ingresso è un altro scuso marmoreo sul quale è raffigurata, a rilievo, una grande stella a sedici punte, ossia l’arma più antica della famiglia ducale dei del alzo.
Il palazzo Dicale domina e protegge la porta occidentale d’accesso al borgo, mentre quella orientale, che si apre nella briglia est, è protetta da una torre.
I due più grandi protagonisti del nostro risorgimento, Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi, si incontrarono a Presenzano il 25 ottobre 1860. L’incontro di teano avvenne il giorno dopo. La tesi è sostenuta da testimonianze oculari di persone presenti all’incontro. Il documento più importante è quello dell’ufficiale Giuseppe Porta, appartenente all’epoca dell’incontro, alle truppe del generale Cialdini. Nella dettagliata relazione il Porta indica con certezza una contrada di Presenzano come sede dell’incontro e ricorda, con dovizia di particolari come esso avvenne. Tra l’altro sottolinea che Garibaldi e Vittorio Emanuele II si incontrarono “da soli a soli” un un’atmosfera di grande cordialità e con effusioni di sentito affetto.
Una ragione fondamentale di diplomazioa costrinse i due personaggi a celare agli occhi dei loro contemporanei il convegno che ebbe luogo a Presenzano. Tale ragione si giustifica col fatto che l’incontro ufficiale di Teano dovette essere necessariamente freddo dovendo così rimanere nell’impressione dell’animo del pubblico, per le ben note ragioni politiche che pesavano sulle responsabilità del re.
La notte tra il 25 e 26 ottobre Vittorio Emanuele II dormì nel palazzo dei duchi Del Balzo e per molti anni gli arredi della stanza sono rimasti come lui li lasciò.
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